ASTRATTA

ASTRATTA
ASTRATTA

lunedì 27 maggio 2013

Aspettami-Franco Dani-astratta



Astratta Eterna Ignota
Dopo il mio ultimo volo mi sono appoggiata su un dirupo fra scogliere di un immensa montagna dove al finire c’èra solo il mare ed al suo inizio la volta della metà del cielo, la notte ed il giorno riuniti assieme come se fossi all’esatto centro del mondo, in attesa di ritrovare il mio coraggio per planare dolcemente sulle onde e riprendere il mio viaggio anche se all’orizzonte non scorgo nulla, le mie ali non possono essere immobili e non volare al di sopra di ciò che sono sentendo ogni molecola di me viva sentendo la carezza del vento nell’anima non posso fermare il mio infinito volo troverò qualcosa fra le stelle che di notte illumineranno il mio cammino e mi faranno ascoltare voci amiche, provenienti da mari e cieli rigogliosi o solo fiori nati in un deserto questo il mio volo immenso e delicato, forte e sapiente che ogni tanto si ferma su quella montagna ad osservare il riandare del tempo quieto..

ASTRATTA...IO!!

ASTRATTA

  • Amare non significa solo dedicarsi interamente, con una generosità completa, né consacrarsi corpo ed anima senza condizioni ad attività in favore del prossimo, ma, prima di tutto, fare opera di intelligenza, chiedendoci con amore e con un sentimento profondo di rispetto degli uomini nostri fratelli, qual è il miglior bene che noi possiamo offrire loro, non solo, certamente nella prospettiva temporale ma in quella del destino spirituale.

Principi sono passati in molti sotto le finestre del mio castello. Cavalieri alati e non, con spade fiammeggianti ed elmi argentei e infrangibili. Guerrieri di ogni tipo, coraggiosi e ardimentosi, tutto dichiaravano lo stesso amore, lo stesso desiderio. Ogni loro arma era buona per farmi cambiare decisione, ogni loro rosa era un dono così scontato che mai le ho messe in un solo mio vaso! Quanti canti e quante poesie ho ricevuto, io, piccola sovrana di un regno così oscuro, ch’essi non ne hanno mai visto il confine. Quante lotte hanno fatto per donarmi il frutto migliore, colto dall’albero del mio giardino, scontrandosi per ottenere il mio dolce favore. In mezzo a tanto caos di guarnigioni bellicose, senza cavallo, senza spada, senza rosa giunse un uomo che aveva per unica arma le sue mani e la sua mente. Io chiusi la finestra, non volevo vedere quella luce oscura che mi attirava fuori, ma dovetti scendere fino all’ultimo scalino dalla mia torre dorata per sentirmi dire ch’ero proprio io la fortunata. Con un solo sospiro nero feci sparire tutti i guerreggianti dal mio giardino, aprii la porta, e accolsi Lui. Un Re si riconosce non dalla corona, ma dalla forza che porta sempre nel cuore .