ASTRATTA

ASTRATTA
ASTRATTA

lunedì 13 dicembre 2010

ARIA ASTRATTA


Sognavo un paradiso Viola,

Viola caduta.

sognavo steli d'oro.

parlavo lingue pungenti...

ma sapeva di prurito

e Odore d'Anima
Annaffia la mia pura acqua con la tua forte birra, mordi la mia morbida carne con le tue fauci affilate. Strappa da me ciò che ti appartiene, non un urlo soltanto, ma tutte le grida che ho gridato invano finora, prima che arrivassi tu, mio Signore. Estirpa da me ogni oltraggiosa resistenza, fa che il corpo non vibri da solo e non sia mai sazio del vibrare del tuo corpo. Innesta la tua mente nel mio pensiero: io non sono vaso vuoto ma tu lo svuoterai per metter dentro ciò che tu solo hai deciso. Mi lecco il labbro, irrequieta, perché ancora non so come sarà il tuo attacco frontale. Finora solo minuscoli assalti per ridurmi il cuore in briciole, ma presto userai l’artiglieria pesante per sbloccare ogni sotterraneo e innescare le tue bombe migliori per farmi esplodere di dolore e piacere. Fonderai il mio cuore col tuo calore? Fonderai questo mio cuore polare per farlo sciogliere nel tuo? Il mio cuore non è corruttibile, poiché spirito e non materia aleggia nel suo nucleo. Il mio cuore batte, sì, batte per te, ma non si sgela. Piegare il mio corpo è semplice, il desiderio mio ti vuole, ma piegare il mio ghiaccio è sfida migliore per la tua forza infuocata. Sublima il ghiaccio e rendilo vapore, così che io possa farti respirare ciò che è racchiuso da moltissimi anni nel buio del mio mondo interiore.

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